Io ringrazio di non essere nata nel periodo storico dei miei nonni e dei miei genitori, che hanno conosciuto la guerra e la povertà e il duro lavoro su i campi, ringrazio di non essere nata nei luoghi in cui ancora imperversa l'estrema povertà e la guerra o le lotte civili, in posti dove le dittature decidono per gli altri e dominano con la violenza più brutale.
Ringrazio di non aver vissuto nel periodo in cui il fascismo mandava in esilio, in prigione o a morte chi non la pensava come loro; ringrazio di non aver provato le loro purghe, di non aver vissuto quel terrore, la loro collaborazione per lo sterminio degli ebrei seguendo un altro matto come Hitler, ringrazio anche di non essere nata in Russia nel periodo in cui le idee di Marx sono state interpretate male e trasformate in un altra dittatura, perché le idee sono buone finché tengono conto del bene di tutti gli uomini, prima di tutto della libertà, che deve essere un principio sacro insieme alla fratellanza.
Ma se le idee e gli ideali oltrepassano la libertà e il rispetto per la vita di tutti, sono nocive, e portano ovunque il male per il beneficio di pochi, e quasi sempre vengono da questi, strumentalizzate con intenti manipolatori e disonesti. A loro non interessa il bene comune.
Ringrazio di aver vissuto lontano dal periodo in cui le città italiane erano preda di due violenti estremismi come l'estrema destra e le brigate rosse, che pensavano che per diffondere e difendere le loro idee fossero necessari violenza e atti mostruosi senza rispetto per la vita.
Chi uccide, umilia, attacca violentemente, non ha mai ragione e mai l'avrà.
Alla fine di tutto è sempre la povera gente, gli innocenti, che in tutto questo pagano il prezzo più alto, chi lavora duramente e onestamente.
Temo anche che in mancanza di una cultura che sempre tenga alti i valori del rispetto, della libertà, del senso di comunità che si aiuta e sostiene reciprocamente nel più alto senso di fratellanza e di unità, come parte di un unico organismo, in cui insieme al rispetto della propria individualità si rispetti sempre anche quella degli altri, senza cercare potere e dominio e sfruttamento, ma solo pacifica convivenza e tolleranza.
Ecco temo, che perduta questa cultura, tutto si ripresenti, con le medesime brutalità, tutte le conquiste civili vadano di nuovo perse, e le brutture tornino a dominare, lasciando il paese in mano non a persone di spessore e sagge ...che Dio sa dove sono finite!.
Dove sono finite le persone della cui intelligenza e umanità si aveva profonda stima ?
Dove sono finite le menti intelligenti che tenevano insieme e inscindibili, l'intelligenza pratica e razionale con l'intelligenza emotiva e del cuore?
Non voglio eroi, ne gente da mitizzare, voglio persone da stimare per la loro capacità di trasformare non con la forza, ma con l'intelligenza, non con la furbizia, ma con il senso di responsabilità, non con le imposizioni, ma con la cultura, la nostra gente in un popolo degno di essere chiamato tale, con un senso civico del rispetto di tutto, rispetto verso l'ambiente che lo circonda, verso la varia umanità e diversità. Ora mi sembra di vivere in una società profondamente malata che vuole difendere una individualità egoista meschina, che non ha niente a che vedere con la nazionalità o il senso di appartenenza di un popolo.
Una società che parte con la difesa dei confini nazionali, per poi arrivare a quelli regionali, fino alle quattro mura del proprio giardino, in un odio verso tutto e tutti. E sarebbe davvero un brutto vivere.
Ps Spero di non aver fatto troppi errori...ho scritto di getto e dal cellulare...in ogni caso mi scuso.