mercoledì 5 marzo 2014

DONNE


NON HO PECCATO ABBASTANZA

Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mani.

Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e quel che seguirà è una tempesta.

Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e io avvengo.

Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia
libertà
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.

Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.

La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della mia prigione è la loro lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio
desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.

Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.

JOUMANA HADDAD

4 commenti:

nucci massimo ha detto...

bellapoesia che finisce proprio in concomitanza con la foto di una bella donna.

JANAS ha detto...

già la lascio o la tolgo?
la foto intendo?
In buona sostanza ho violato anch'io la regola:
ho rubato un pezzo della bellezza in giro per il mondo e l'ho condivisa, senza chiedere il permesso.

Cecilia Corona ha detto...

molto sentita, sembra scritta di getto pressata da qualcosa che urgesse dentro.

JANAS ha detto...

Cecilia Corona: già qualcosa che urge in molte donne...