lunedì 27 maggio 2013

Non è mio compito cambiare la vostra realtà virtuale, il mio compito è cambiare me stesso (brano tratto dal Il Quinto accordo – Don Miguel Ruiz Don Josè Ruiz)

Metamorfosi di un bruco (farfalla appena uscita dal bozzolo)

(...)Ma prima dovete abbandonare tutto ciò che non è verità, tutto ciò che è solo superstizione o menzogna. Se siete disposti a incontrare la verità scoprirete che la vostra storia, in qualunque modo la definiate, è completamente falsa. Sapete che la vostra storia non è la verità. Dovete soltanto avere il coraggio di lasciar andare ciò che non siete, lasciar andare il passato , staccarvi dalla vostra storia; perché la vostra storia non siete voi. Nel momento in cui non crede più a tutte le menzogne che vi siete raccontati, scoprite che non importa quanto sia doloroso: la verità è un milione di volte meglio di credere alle menzogne.(...)
(…) Ovviamente quando la verità entra nella vostra storia, tutto ciò a cui credete si sente minacciato. La paura prende il sopravvento e dice: “ Aiuto! L'intera struttura della mia vita, tutto ciò a cui ho creduto sta crollando. Che cosa farò senza le mie illusioni? Se non credo più a niente, se non spettegolo più, non avrò più niente da dire” Esatto! E' proprio quello che sto cercando di dirvi.
Molti mi chiedono: “ Se non credo più a tutti i simboli, se tolgo la mia fede a qualunque parola, come potrò comunicare con gli altri ? Come farò a sopravvivere senza le fondamenta di quello che so?” . (…)
Voglio che entriate direttamente nel vostro cuore e vi cerchiate la verità senza parole, per trovare il vostro vero autentico e riportarlo fuori insieme a tutto il vostro potere. Il culmine del viaggio di ritorno a voi stessi è il momento in cui vi vedete con gli occhi della verità. Se riuscite a vedere il vostro sé autentico, vi piacerà molto. Vedrete la perfezione in voi, e questo metterà fine a qualunque dubbio che gli altri vi hanno messo in testa. Vedrete di essere luce, di essere vita, e accettando la vostra divinità diventerete un riflesso migliore della luce.
Siete qui per gioire della vita. Non siete qui per soffrire per il vostro dramma o per la vostra importanza personale. Tutto ciò non è voi, non fa parte della vostra presenza. Siete qui per essere un sognatore, per essere un artista, per essere un veggente. Ma non potete essere veggenti se avete occhi per vedere solo la vostra storia, sole le vostre ferite, solo la vostra vittimizzazione. Se pensate ancora a quello che vostra madre vi ha fatto venti o quaranta anni fa, a quello che vi ha fatto vostro padre, a quello che vi ha fatto il vostro partner o a quello che vi ha fatto qualunque personaggio secondario della vostra storia, non state vedendo la verità. Se siete concentrati sul dramma, parlare con voi è come parlare al muro.
Ho fatto suonare un campanello dentro di voi?
Prima di diventare veggenti, siete molto lontani dalla semplicità della vita, molto lontani. Credete di sapere tutto. Avete opinioni fondate e cercate di imporre le vostre opinioni agli altri. Ma, una volta diventati veggenti, tutto cambia. In quanto veggenti vedete quello che gli altri fingono di essere, ciò che esprimono, ciò che credono di essere. Voi sapete che non è la verità, sapete che tutti stanno semplicemente fingendo. Fingendo cosa precisamente? Non lo sapete, non potere leggere nella menti di tutti i personaggi secondari che voi create. E' già difficile sapere che cosa state fingendo voi. Ma dietro qualunque finzione vedete la persona reale, e come potreste non amare la persona reale? Esattamente come voi, anche quella persona reale proviene dall'infinito. La persona reale non ha nulla a che fare con i simboli che provengono dalla voce della conoscenza, la persona reale non ha nulla a che fare con qualunque storia.
Quando diventate veggenti vedete quello che è dietro la storia. Conoscete gli altri, ma loro non conoscono se stessi. Né conoscono voi e non devono nemmeno farlo. La maggioranza degli esseri umani non ha la vostra consapevolezza. Non sanno perché sono nel modo in cui sono. Non ne hanno nessuna idea, si limitano a sopravvivere. Non devono credere a nessuno, eppure credono a tutti. Non hanno nessuna fede in se stessi, non hanno nessuna idea della loro grandezza. Vedono solo la loro conoscenza, che li avvolge come un muro di nebbia. Immaginate di essere l'unica persona sobria tra migliaia di persone completamente ubriache. Vi mettereste a discutere con loro?.
Credereste loro? Sapete che qualunque cosa dicano non è la verità. E lo sapete perché voi siete stati ubriachi e tutto ciò che dicevate non era la verità.
Con la consapevolezza capite facilmente perché quelle menti sono così come sono, ma avere questa consapevolezza non significa essere migliore degli altri. Essere consapevoli non vi rende superiori e non vi rende più intelligenti. Non ha niente a che fare con l'intelligenza. Saperlo vi rende perfettamente umili .
Non vi importa più, ma ci sono due tipi di “non mi importa “. C'è il tipo della vittima nel sogno della prima attenzione, in cui “non mi importa” è solo una menzogna, perché in realtà alle vittime importa molto, e si sentono ferite e offese. Hanno tantissime ferite emotive piene di veleno e di meccanismi di difesa che dicono: “non mi importa”. Invece gli importa molto e ovviamente voi non credete ai loro “non mi importa. “
Quando siete veggenti, gli esseri umani diventano estremamente prevedibili. Vedete che tutti quelli che sono nel sogno delle vittime sono posseduti dal personaggio principale della loro storia. Questo è il punto di vista e il loro unico punto di vista. La loro visione della vita è molto ristretta ed' è ristretta perché le loro credenze sono uno specchio che fa vedere solo ciò a cui credono; ed' è evidente che questa non è la verità.
Proiettano ciò a cui credono su di voi, ma voi non lo prenderete in modo personale perché non fate la supposizione che quello che stanno proiettando è vero. Sapete che ciò che proiettano è ciò che credono di se stessi, e lo sapete perché lo facevate anche voi. (…)
Disimparare vi porta in un luogo in cui nella vostra storia non ci sono più vittime e giudici. E' solo una storia e sapete che non è una vostra creazione(...)
(...)Rispetto è una bellissima parola e uno dei simboli più importanti da comprendere.
Immaginate di non aver mai sentito questa parola e di essere d'accordo sul suo significato., perché come per un qualunque altro simbolo dobbiamo essere d'accordo con esso se vogliamo che funzioni. Il rispetto, come molti altri simboli, inizia da noi stessi e si allarga a tutti e tutto. Se non rispettiamo noi stessi, come potremo rispettare qualcuno o qualcosa?
Rispettare voi stessi significa accettarvi esattamente così come siete. Rispettare gli altri significa accettarli esattamente così come sono. Rispettare (gli animali, i mari, l'aria, la terra) significa accettare l'intera creazione esattamente così com'è. (…)
Il rispetto è quindi la totale accettazione di tutto ciò che esiste esattamente così com'è, non come noi vorremmo che fosse. Questo è uno dei significati della parola rispetto.
Quando vi accettate esattamente così come siete, non avete più nessun giudizio su voi stessi. Quando accettate gli altri esattamente come sono, non avete più nessun giudizio su di loro. Nel vostro mondo, allora accade una cosa incredibile: trovate la pace. Non siete più in conflitto con voi stessi né con nessun altro. Tutti i conflitti dell'umanità sono causati dalla mancanza di rispetto.
(…) Io ho il mio regno personale ed'é il paradiso, ma non è stato sempre un paradiso. E' diventato il paradiso nel momento in cui ho smesso di giudicare me stesso e chiunque altro, quando ho deciso di rispettare il mio regno e quando ho imparato a rispettare il regno di chiunque altro.
(…) Non sarò mai quello che scrive la vostra storia, così come non vi permetterò mai di scrivere la mia. Rispetto la vostra mente, il vostro sogno, la vostra creazione. Rispetto tutto ciò a cui credete. Vi rispetto quando non vi dico come dovreste vivere, come dovrete vestirvi, come dovreste camminare, cosa dovreste dire o come dovreste fare quello che fate nel vostro regno. Se cerco di controllare il vostro regno non vi rispetto più e stiamo per scendere in guerra per il controllo del vostro regno. Se cerco di controllarvi, in questo stesso tentativo perdo la mia libertà.
La mia libertà è permettervi di essere qualunque cosa siate, qualunque cosa volete essere. Non è mio compito cambiare la vostra realtà virtuale, il mio compito è cambiare me stesso. (…)
(brano tratto dal Il Quinto accordo – Don Miguel Ruiz Don Josè Ruiz)






4 commenti:

nucci massimo ha detto...

Letto tutto e approvato,
non in tutti i punti, ma in linea di massima sì.
Ogni cosa va mediata col proprio essere e forzarlo per diventare altro è deleterio, posso sforzarmi di fare qualcosa che normalmente non farei, ma con la coscienza di compiere un'azione diversa dal mio convenzionale e comunque il ripere cose che non siano nella nostra natura non credo sia indolore.
Baci e abbracci.

JANAS ha detto...

Massimo..è vero non è indolore e non è per niente facile, ma non a caso ho inserito l'immagine della farfalla appena uscita dal bozzolo...cos'era la farfalla prima di diventare farfalla?
Ho intravisto il suo dimenarsi per liberarsi dall'involucro che la teneva prigioniera, ho visto il suo tentativo di volo, faticoso e maldestro, con le sue ali ancora spiegazzate e non del tutto aperte...e tuttavia anche se con fatica poi quella farfalla spiccherà il volo! Sai a vederla con la parte inferiore delle ali non ancora aperte, ti verrebbe anche voglia di aiutarla a spiegarle...ma forse se lo avessi fatto quella farfalla non avrebbe più volato. Così resti semplicemente a guardare che quel miracolo si compia...sai che il suo sforzo e la sua fatica non sarà vano..

Anonimo ha detto...

abbiamo una dipendenza, profonda, con gli altri.. conscia e inconscia, noi stessi in buona parte, siamo emanazione del pensiero degli altri, percio, la nostra stessa realtà virtuale, non può essere che relativa, alla realtà virtuale e no degli altri,,.. quindi di noi stessi ? e in questa ottica abbiamo tutti il diritto dovere di attingere dagli altri ma anche di contribuire con l evoluzione positiva del pensiero individuale alla ancora più fantastica evoluzione del pensiero in generale questa è la magia dell umano chi ne è fuori,?




14 8 2015 13:10



















vive marginalmente?

JANAS ha detto...

Salvatore Manconi, non è che ho capito molto bene cosa tu intenda per "dipendenza", fatico a pensarmi "emanazione" del pensiero degli altri. Ma forse è solo una questione di termini usati. E' indiscutibile che la vita, la vita di ciascuno si basa sulle relazioni, e quindi ogni relazione è appunto relativa alle cose con cui mi rapporto, cioè il mio modo di rispondere e di agire è anche in funzione al modo di rispondere e reagire dell'altro in una certa misura. Se ho davanti una persona serena e cordiale probabilmente mi sarà più facile esserlo anch'io, piuttosto che con una persona scorbutica e aggressiva (ma non dipendente al punto da modificare completamente il mio carattere di fondo, se sono una persona serena, probabilmente troverò il modo di rispondere serenamente o comunque in modo "quasi" pacifico anche a questa persona. )