lunedì 12 marzo 2012

Inconscio Tecnologico ...Mo me lo segno!

 

Una volta il titolo di quest'immagine era "Pensa", oggi ho pensato di rinominarla con "Inconscio Tecnologico" (ma potrei anche definirlo "un fagiano un po’ rosicchiato), un termine che non conoscevo finché, non sono capitata nel blog di Michele Smargiassi, e dopo aver letto questi suoi due post :


lo-sguardo-precotto-e-mangiato/


non-e-solo-uno-strumento


Quindi, sembra sia necessario e doveroso, che, tutte le volte in cui mi cimenterò con la fotografia con la mia digitale e/o utilizzerò altri strumenti tecnologici per modificare quelle immagini e trasformarle in altro, tenga ben presente che detta realizzazione, riporti dentro se ..o al limite a margine insieme alla mia firma, (che peraltro non riporto quasi mai all'interno delle immagini) che non è da considerarsi un mio prodotto ma una coproduzione! E questo per non essere vittima di un'altra patologia, (oltre a quelle classiche di Freud e altri illustri psicologi: complesso Edipico, Narcisismo, delirio di onnipotenza..) che si chiama Inconscio Tecnologico!

ok..Mo me lo segno!! come diceva Troisi a chi gli diceva "Ricordati che devi morire!!

8 commenti:

Luigina ha detto...

Sto leggendo tutta la querelle con Michele Smargiassi, resa ancora più interessante dai tuoi interventi che condivido. Adesso ti sta scrivendo anche Gabriele e ti dice la sua. Ti abbraccio e sono contenta di rileggerti

educatore ha detto...

Cara Janas, non riesco a seguire tante questioni che mi interessano e purtoppo nemmeno i tuoi post. Questa volta però l'argomento, segnalatomi da Luigina, è troppo stuzzicante.
Appena la mia consorte ha nominato Michele Smargiassi ho capito stavi volando alto e che stavi confrontandoti con uno degli assi dell'aviazione fotografica.
Tenere testa al successore del Barone Rosso (ciao Ando!) è già un grande onore ;-)
Concedimi solo una brevissima e superficiale nota...
Resta pur sempre vero che la fotografia è una coproduzione, innanzi tutto tra chi registra e chi (o cosa) si fa registrare.
Ciò non è però meno vero per ogni altra forma di comunicazione visuale. Anche la più nobile arte visiva dipende dai materiali e dagli strumenti in forme più o meno dirette e condizionanti.
Alla fine non conta nemmeno più ciò intendevi fare o comunicare, ma se e come ciò che hai prodotto funziona.
Le parole che scrivi e le immagini che mostri danno una misura del loro valore attraverso la qualità e la quantità delle interazioni che innescano.
Dunque la questione non è il "come hai fatto", ma piuttosto il "cosa e quanto" gli altri ne hanno ricavato.

Baol ha detto...

Devo dire che "fagiano un po' rosicchiato" non è male...

JANAS ha detto...

Ciao Luigina ;) ho letto il tuo commento nella posta e non avevo capito che era qui sul blog, per questo ti ho risposto via email in modo personale!! :)*

Gabriele, infatti è questo il punto, che tu hai descritto alla perfezione, risulta evidente che il risultato finale è determinato, dal mezzo e dall'utilizzatore del mezzo, qualcuno lo può utilizzare in modo più o meno creativo, e qui poi entra in ballo la nostra soggettività a definire cosa e in che modo sia più o meno creativo, ma cosi divago...
torniamo al punto, che è quello che riporti tu stesso, quando guardo un immagine, una foto, io sono concentrata a valutare cosa mi suscita, quale messaggio mi passa, quale riflessioni e sentimenti, non m'interessa tanto sapere se chi l'ha realizzata ha utilizzato una macro preimpostata o altri programmi digitali, o meglio questo è un particolare rilevante fino a un certo punto, che magari posso voler approfondire per capire meglio chi è l'autore e come e con quali processi arrivare a creare quella cosa! Ma invece come hai letto nel post "non è solo uno strumento" Michele Smargiassi per esempio fa una differenza tra un pennello che è un mezzo non programmabile (e quindi tutto sta nell'abilità del pittore), e la macchina fotografica attuale, che invece a programmi prestabiliti all'origine e non da chi schiaccia il bottone! Insomma mentre un pennello è una protesi completamente in balia del pittore, con la macchina fotografica sempre più tecnologica siamo noi ad essere in balia dello strumento tanto da sfuggire al nostro controllo!
Beh naturalmente io non condivido questa teorizzazione, e come ho avuto modo di commentare da lui :"Sono convinta che alcune persone troveranno sempre e comunque un modo per utilizzare uno strumento tecnologico avanzato in modo creativo e personale!
E anche un utilizzatore del programma photoshop..utilizzerà lo strumento in modo diverso da un altro …ottenendo cose completamente diverse, elaborando una stessa immagine con un impronta personale distinguibile da quella di un altro utilizzatore! Questa è la creatività dell’uomo, che se c’è, non potrà mai essere limitata da uno strumento tecnologico! Sono un utopista? forse! Ma io credo nell’unicità di ogni uomo che nessuna macchina potrà mai standardizzare"
Ti faccio un esempio anche pratico, se sto utilizzando la macchina digitale con il flash, è vero che posso ridurre l'intensità o aumentarla con un numero di valori,impostati nella digitale, e questi possono pure non corrispondere all'intensità di luce che a me serve, ma se uso un po di ingegno, e per esempio mi serva un intensità minore, mi basta mettere davanti al flash un filtro, o qualsiasi cosa mi capiti fra le mani che secondo me possa andar bene, per ottenere l'effetto voluto, quindi ...non sono in balia della mia digitale come il Smargiassi vorrebbe far credere, in qualche modo intervengo sui limiti di questa, e provo e cerco soluzioni!

Baol..verò? anch'io lo trovo a suo modo geniale...;)

Luigina ha detto...

Janas anche se mi hai risposto via e-mail è andata meglio così ho saputo subito che hai letto il mio commento,perché da quando Google ha uniformato tutti gli account dei suoi servizi, non mi arrivano più le notifiche email dei commenti che lascio sui blog amici e quelli successivi ai miei. Volevo anche aggiungere al paragone che Smargiassi fa con le ricette preparate col Bimby, quello che mi ha detto la mia consuocera quando le ho chiesto il suo parere e il suo grado di soddisfazione. " Io ne sono entusiasta, ma per avere soddisfazione deve piacerti cucinare e devi... saper cucinare: non basta mettere dentro gli ingredienti e girare la manopola

JANAS ha detto...

Luigina infatti quello che dice la tua consuocera è vero, infatti dopo aver letto quel commento ho subito pensato, pur non avendo utilizzato il Bimby, che probabilmente nell'utilizzarlo, di certo non mi sarei fermata agli ingredienti consigliati dal manuale, ma magari avrei provato altri ingredienti, ne avrei modificato le quantità, insomma avrei iniziato a realizzare altri dessert...e allora è vero che il Bimby mi avrebbe risparmiato il tempo di mescolare e di fare altre cose a mano, ma sostanzialmente la bontà del dessert dipendeva dall'estro e dall'inventiva che nasce dalla persona che lo utilizza! Come per la macchina del caffè...non fa i caffè tutti uguali, cosi al mio amico che lo vuole bello forte io ci metto più caffè di quanto stabilito dal dosatore, alla mia amica che lo vuole bello caldo riservo l'ultimo caffè etc...

guglielmo ha detto...

Si è vero: scatti e la macchinetta "fa tutto lei" o pare che "faccia tutto lei"... poi però guardi le foto , tante foto e ce ne sono di belle e di brutte, di forti e di scialbe e allora? Concludi che "non tutte le macchinette che fanno tutto loro lo fanno bene".
C'è sempre qualcosa che si frappone tra l'oggetto, la realtà, la persona e la sua "riproduzione" che poi è un modo di vedere...

JANAS ha detto...

Guglielmo.."che poi è modo di vedere"
ecco è così, può anche essere vero,che oggi sul web si vedano foto che sembrano tutte uguali, ma io continuo a credere che non dipenda dallo strumento, ma da chi e come guarda..e poi decide di fare le foto, che le rende più o meno uguali o al contrario fa la differenza! Cioè se proprio ci vedo un limite, questo non mi è dato dallo strumento, ma dal mio modo di vedere e guardare alle cose, interpretarle e darle un senso, bello o brutto che sia!