domenica 14 giugno 2009

lavori in corso, punti di vista della medesima realtà, che stai a fa?

foto by Lucignolo


Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse.
- "Spacco pietre" rispose il primo.
-"Mi guadagno da vivere" rispose il secondo.
-"Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo.
Peter Schultz

26 commenti:

Nadia ha detto...

Tre punti di vista. Tre modi di vivere e di affrontare la vita.
Tre modi che potrebbero essere uno la conseguenza dell'altro.
Ma... c'è sempre un ma...:-)
Non c'è entusiasmo se non nell'ultima affermazione.Il partecipare alla costruzione di un qualcosa che rimarrà nella storia di questa vita.
Signica "esser stati di passaggio" ma aver dato un contributo per migliorare il paese...significa essere VIVI E ATTIVI.

P.S ( non c'entra nulla quello che ti sto per scrivere adesso, ma volevo ringraziarti per le parole che mesi fa hai scritto sull'ultimo mio post di orchideablu e che stamattina ho riletto. Solo oggi comprendo il tuo pensiero e posso darti pienamente ragione...un bacio e grazie ancora)

Sileno ha detto...

Il post di Orchy mi ha fatto pensare che le tre risposte, potessero essere anche la conseguenza di cause esterne, mi spiego: l'entusiasmo del terzo poteva anche derivare da una gratificazione, nel senso che magari poteva essere un benestante e spaccare pietre per la costruzione della cattedrale lo appagava acquisendo meriti per il paradiso o per una lapide sulla cattedrale, il primo magari stava tagliando delle assi ed essere stato redarguito dal suo capo, perché avrebbe dovuto spaccare pietre, perciò alla domanda cosa fai?
la risposta è stata : Spacco pietre, ( sott'inteso:non vedi?)
Per il secondo operaio, il problema essenziale era quello di riempire il piatto alla sua numerosa famiglia, pertanto " mi guadagno da vivere", era la ragione del suo lavoro e la costruzione della cattedrale passava in secondo piano.
Ciao Janas, sabato è vicino...
Sileno

jasna ha detto...

Giustamente tre punti di vista del medesimo lavoro... credo che le esperienze personali, il modo di vivere e di vedere la vita portino a descrivere una cosa in maniera diversa. Menomale che è così , senò ti immagini che noia... resta il fatto che la psicologia umana è uno degli studi più affascinanti che ci sia . ciao Janas

Baol ha detto...

Ecco...io sarei il secondo dei tre...

Nicolanondoc ha detto...

Avrei risposto che mi trovavo per caso, come in questo momento scrivo ad una persona che conosco solo virtualmente e se non bastasse presenterei il mio "curriculum" :-)
Mi identifico in quello che spacca le pietre.
Un abbraccio

LM ha detto...

io mi sarei identificata con tutti e tre, perchè sono tutti e tre aspetti importanti della mia vita. e se a volte a seconda dello stato d'animo può prevalere più uno rispetto all'altro, non sono comunque tre aspetti che funzionano a compartimenti stagni... :)

riri ha detto...

Per come son fatta io avrei detto: sò grande!!Stò a costruì na cattedrale!!! :-)
In effetti è interessante guardare i tre aspetti, mi viene in mente il mio vicino quando curava il giardino, alla mia domanda, "cosa pianti, cosa speri che succeda"? Rispondeva sempre..chissà Rosy..chissà..marò mi faceva cadere le braccia, ecco io avrei detto, "li vedi questi semi, mia cara verranno fuori degli zucchini fantastici"!!!Si sa è l'indole, un pò negativa, un pò fatalista....
ps: sono venuti fuori zucchini piccoli con fiori belli belli:-)))

radha ha detto...

io mi occupo di gargoyles...può essere utile?

JANAS ha detto...

oggi non risponderò personalmente ad ognuno di voi ...oggi farò come spesso mi succede un post nel post...ma voglio che sappiate che vi abbraccio tutti e indistintamente!! :)

i vostri commenti tutti interessanti, mi hanno stimolato ulteriori riflessioni!
a leggerlo dal mio punto di vista ..tutte e tre le risposte sono indiscutibilmente vere, senonché, ad analizzare bene le tre risposte sorgono le seguenti considerazioni:
il primo risponde che sta spaccando pietre ed è come se egli non si proiettasse oltre l'azione...non tenesse conto del fine ultimo del suo lavoro...
il secondo risponde mi guadagno da vivere...e in pratica motiva la sua azione con il soddisfacimento di un suo bisogno primario, che è la sopravvivenza...(potrebbe benissimo fare un lavoro qualsiasi), tuttavia entrambi non sono connessi con lo scopo ultimo di loro operare...come se non gli appartenesse!
il terzo invece si sente parte di un progetto che porterà a un opera finita, a un bene collettivo!
Sembrerebbe che i primi due siano vittime di una sorta di alienazione, ALIENAZIONE ?
Così sono partita dalla parola Alienazione...chi parlava di alienazione? ...Economia...Società ….Società capitalista ...MARX...comunismo... e mi sono imbattuta in diversi siti..
Già ! Non era Karl Marx che sosteneva che l'economia..un certo tipo di economia, genera una sorta di alienazione dove il lavoratore non si sente più di appartenere “all'oggetto” del lavoro,
Dove l'uomo non si sente più realizzato nell'attività lavorativa e diventa semplicemente una forza lavoro, di proprietà del capitalista ….
secondo me, i primi due, in questa descrizione ci stanno !!!…
Ma Marx è anche quello che sostiene che attraverso la filosofia l'uomo avrebbe potuto riscattarsi e prendendo coscienza del suo stato, riappropriarsi di quanto perduto con l'alienazione e giungere alla rivoluzione.

Stefi ha detto...

io invece mi occupo delle pietre che scartano gli altri.. quelle che, scheggiate, striate, rovinate, sbriciolate, vengono buttate via.. di solito è con quelle che si fanno i mosaici!
eheh
uhuh

(me l'ha suggerito il Green Man! vero radhadhà?eheh)

Stefi ha detto...

e complimenti per la musica.. meraviggggggliosa!

JANAS ha detto...

da http://it.wikipedia.org/wiki/Alienazione:
L'economia politica, per Marx, aveva trascurato il rapporto tra l'operaio, il suo lavoro e la produzione per celare l'alienazione, caratteristica del lavoro nella società industriale moderna. L'alienazione, termine che Marx recupera da Hegel, è il "diventare altro", il "cedere ad altri ciò che è proprio". Nella produzione capitalistica può assumere vari aspetti tra di essi legati.

«l'operaio diviene tanto più povero quanto maggiore è la ricchezza che egli produce [...] diventa una merce tanto più vile quanto più grande la quantità di merce prodotta [...] l'operaio viene a trovarsi rispetto all'oggetto del suo lavoro come a un oggetto estraneo [...] l'alienazione dell'operaio nel suo prodotto significa non solo che il suo lavoro diventa un oggetto, qualcosa che esiste all'esterno, ma che esso esiste fuori di lui, indipendente da lui, a lui estraneo, e diviene di fronte a lui una potenza per sé stante; significa che la vita che egli ha dato all'oggetto gli si contrappone ostile ed estranea»

- L'alienazione riguardante l'operaio e il prodotto del suo lavoro. Tale prodotto del suo lavoro non gli appartiene ma appartiene al capitalista, gli è estraneo.
- L'attività produttiva non è il soddisfacimento di un bisogno, ma un mezzo per soddisfare dei bisogni estranei al lavoro stesso; il lavoro non appartiene al lavoratore ma appartiene a un altro e dunque egli, lavorando, non appartiene a sé ma a un altro. L'operaio così si estrania da se e non considera il lavoro come parte della sua vita reale (che si svolge fuori dalla fabbrica).
- L'operaio perde la sua essenza generica, cioè ciò che contrassegna l'essenza dell'uomo. Per uomo, Marx, intende l'essere che si realizza storicamente nel genere di cui fa parte.

Caratteristica del genere umano è il lavoro, che lo differenzia dall'animale, e gli consente di istituire un rapporto con la natura attraverso cui si appropria della natura stessa.

- Il lavoro in fabbrica viene ridotto a mera sopravvivenza individuale, non è quindi espressione positiva della natura umana. In fabbrica si perde la dimensione di comunità. Si parla così di alienazione della sua essenza sociale.

L'operaio così si sente un uomo solo nelle sue funzione animali - mangiare, bere, procreare - mentre si sente un animale nel lavoro, cioè in quella che dovrebbe essere un'attività tipicamente umana.

ECCO PURTROPPO TEMO CHE QUESTO TIPO DI ALIENAZIONE NON SIA ORMAI SOLO NELLE FABBRICHE...MA IN OGNI SORTA DI LAVORO!
COME POSSONO SENTIRSI NON ALIENATI I GIOVANI CHE SONO COSTRETTI A FARE LAVORI A BREVE TERMINE, PER ESSERE RIMPIAZZATI DA ALTRI L'ANNO SUCCESSIVO O SOLO POCHI MESI DOPO? COME POSSONO SENTIRE LA RESPONSABILITA' E LA GRANDE IMPORTANZA NELL'EDUCARE ..GLI INSEGNANTI PRECARI?....VA BEH MI STO DILUNGANDO...

riri ha detto...

I giovani vivono un momento doppiamente "alienante" sia dal punto di vista della crescita sia sotto il profilo del lavoro "puro precariato", che tu descrivi bene..ed i due aspetti del problema sono ugualmente esasperanti.....si potrebbe parlare a lungo, ma hai espresso in modo ottimale il concetto..tutto è fermo, c'è una calma apparente, ma forse è solo rassegnazione?
un caro saluto

luposelvatico ha detto...

Leggo il tuo post un'ora dopo aver partecipato ad una iniziativa di solidarietà con 7 colleghi che saranno licenziati ad agosto, ed una volta lavoravano con me: semplicemente, una serie di cessioni di ramo di impresa e di aziende, e gli insaziabili appetiti degli azionisti, hanno portato a considerarli "inutile fardello", e solo per caso ci sono loro al posto mio.
Per loro il punto di vista diventerà un quarto: "non credo alle cattedrali, sono una truffa!".
Umore contingente a parte, io credo che sempre meno le nostre attività assomigliano a noi stessi, salvo per una fortunata minoranza che ha avuto il coraggio e la possibilità di scegliere, e sempre meno le organizzazioni vogliono "persone", preferendo ad esse semplici "giocatori di ruolo" che non si pongono domande e operano senza interrogarsi su quello che fanno.
Questo ci rende sempre più deboli e vulnerabili, sempre più dipendenti da chi ci "concede un ruolo" (anche se spesso puramente autoreferenziale).
Il che mi fa pensare che "saper immaginare e costruire cappellette di campagna" ci faccia meglio che "partecipare alla costruzione di cattedrali"...:-))))
Un abbraccio
Marco

JANAS ha detto...

Orchy che piacere risentirti! :D forse non è tanto merito mio, quanto del tempo che ricolloca le cose nell'ottica giusta...grazie a te! un forte abbraccio!

Sileno, si .:))))) ci vediamo sabato!

Jasna...la psicologia umana è un territorio di infinite possibilità nella quale, vanno a tentoni pure gli psicologi..:)))))))))))

Baol..e no! i maghetti non possono lavorare "solo" per guadagnarsi da vivere!!! :))))

Nicola...spacchi le pietre per costruire cattedrali e non lo sai?

Laumig...ecco in effetti la tua è una giusta considerazione, l'errore forse sta proprio nel considerarli come compartimenti stagni...mi piace: spacco pietre per costruire cattedrali e guadagnarmi da vivere! :)) mi sa che hai ragione!

Riri anch'io la penso come te, anch'io penso che in tutto quello che facciamo ci dobbiamo mettere del nostro, e trovare l'aspetto positivo...penso che si possa apportare qualcosa di creativo anche nel lavoro più umile, non fosse altro che farlo comunque con coscienza di quello che si sta facendo...ma una coscienza filosofica come dice Marx;
a questo proposito stavo leggendo un bel articolo che parla di lavoro e identità

Radha come no? :)))))))))) avrei pure dei soggetti da proporti come figure a cui ispirarti!!!

Stefi..la musica è merito di Jean Du Yacht, ne aveva fatto un post con questa musica e a me piaceva...
Green Man...?? mi sfugge qualcosa?
un abbraccio!!

Riri...già purtroppo la situazione non è delle migliori..:(((((

Luposelvatico, ci siamo dentro fino al collo, purtroppo..viviamo una società malata, ma se l'uomo non prende coscienza di questo, se tutti gli uomini si limitano a lavorare per guadagnarsi da vivere, senza fare dentro se stessi prima e poi fuori, quella rivoluzione di cui parla Marx..probabilmente le cose non cambieranno mai!
chi può impedirlo se gli uomini per primi non prendono coscienza di essere vittime di una società malata da cambiare?

JANAS ha detto...

p.s per Luposelvatico...iniziare dalle "cappellette di campagna" perchè no? Dove per "cappellette di campagna" intendo la costruzione dell'identità dell'uomo di cui sopra che forse abbiamo perso, quella che Marx intende quando dice "cedere ad altri ciò che è proprio"

Nazzareno ha detto...

"Spacco pietre" ;
"Mi guadagno da vivere";
"Partecipo alla costruzione di una cattedrale"... come dissentire da ognuno di questi pareri? Viene voglia di prenderli in blocco e farli propri... ma la vita è una continua scelta di posizioni, di decisioni da prendere.
E allora ognuno di noi, forse, amerebbe essere il terzo operaio, quello consapevole di far parte del grande cantiere dell'universo, poi, però, si guarda dentro e vede che il suo apporto a quel cantiere è stato davvero scarso perchè per lo più ognuno di noi spacca pietre per guadagnarsi da vivere..., ma io credo che dove c'è la consapevolezza di fare un lavoro semplice deve esserci anche una certezza, quella che è alla base di una coscienza onesta, la certezza che ogni tanto anche qualcuna di quelle pietre che spacchiamo con amore vada ad aggiungersi alle fondamenta di una splendida e solida cattedrale che un giorno, certamente, riusciremo ad ammirare con orgoglio.
Ciao.

JANAS ha detto...

Nazzareno...fosse anche e solo una cattedrale costruita dentro di noi con tanti mattoni di consapevolezza, avrebbe comunque il suo senso!
un abbraccio...

riri ha detto...

Ciao, buon inizio settimana.
Nel 2000 a.c.:-) mi chiamarono per lavorare un anno al catasto (bisognava sistemare l'archivio), feci anche quel lavoro da molti odiato e mi accorsi se su quel piano c'era un pianeta a parte di persone, sempre con il loro mondo, il loro modo di essere e gli affanni della vita ( ma quelli ce li abbiamo tutti), mi piacque, poi fui chiamata per un altro incarico, un pò mi dispiacque, ma feci delle belle esperienze..grazie Janas, i suggerimenti di lettura per me sono un invito a nozze (per le nozze però mi auguro sempre che non durino troppo, perchè mi "scoccio" e me ne vado:-))

Blessing Sunday Osuchukwu ha detto...

Quando lavoro mi piacerebbe essere riconosciuto in tutte e tre le risposte.....

JANAS ha detto...

Riri...:))))))))"per le nozze però mi auguro sempre che non durino troppo, perchè mi "scoccio" e me ne vado:-))" questa la devi spiegare meglio!! :))))))))))

Blessing...si! penso anch'io che dovrebbe essere "sempre" così!! ma purtroppo il condizionale è d'obbligo..

UIFPW08 ha detto...

E' sempre un'emozione unica venirti a trovare..bellissimi post,, bellissime fotografie bellissima compagnia, bellissima musica... Grazie Janas. Un abbraccio.

riri ha detto...

"scoccio" da scocciarsi napoletano doc..annoiarsi, stufarsi:-)))) ma dai..veramente non lo sapevi? Bè in realtà non credo sia proprio scritto nel modo giusto, si dice scucciato:-)
Ciao Janas, buona serata.

JANAS ha detto...

:)))))) no!! no!! non mi sono spiegata bene...cosa significa "scoccio" lo so perfettamente!! e il fatto che venga riferito alle "nozze" che non capisco..insomma a tutta la frase sibillina!! :))))) a quale nozze ti riferisci? ai lunghi pranzi dei matrimoni...o ai lunghi matrimoni? :)))))))

maummagumma ha detto...

come hanno già detto altri credo sia importante avere la percezione di tutte e tre le prospettive:
- si, lavoro ad una cattedrale
- comunque sono consapevole del fatto che in fondo spacco delle pietre
- ma fondamentalmente mi guadagno da vivere (altrimenti probabilmente farei altro...)

bises
mau

JANAS ha detto...

:)))))))))))))))) Mau!!! mi hai fatto veramente sorridere con "altrimenti probabilmente farei altro..."
colto nel segno!! condivido.. firmo e controfirmo!!!