venerdì 13 marzo 2009

Cultura, Tradizione e Mente religiosa -krishnamurti




Che cosa pensate che sia la cultura? Non si tratta di una questione teorica, è una cosa pratica. La parola cultura significa CRESCERE, COLTIVARE, SVILUPPARE, ESPANDERE, FIORIRE, ESSERE, DIVENIRE.


Avete avuto una cultura di questo tipo?
Sviluppare l'intelletto, la mente il cuore. Tutte le sensazioni più sottili fanno parte della cultura, siete d'accordo? Siamo d'accordo sul significato di questa parola?
La tradizione implica valori, credenze, dogmi, riti, tramandati da una generazione all'altra, di padre in figlio.
C'è la tradizione dell'UPANISHAD e della GITA, quello che vi è scritto è stato tramandato in India o in altri Paesi, ed'è stato chiamato tradizione. La cultura, significa valori, credenze riti, dei, concetti principi, ideali. Tutto ciò che è stato tramandato e che avete conservato, è come coltivare un giardino dove crescono i fiori, con le sue ombre e la sua luce e la sua bellezza.
Tradizione significa Tramandare...ma la parola significa anche TRADIMENTO!
Che importanza hanno la tradizione e la cultura per una vita religiosa?
- "Lei ha detto che tradizione significa tradimento, che cosa viene tradito?"
Quando si fa ricorso a una mente condizionata, radicata nei pregiudizi come fanno i tradizionalisti, in che cosa consiste il tradimento? Si tradisce il Presente.
Qual'è il rapporto tra la tradizione, la cultura e una vita religiosa?
CHE COS'E' PER VOI LA VITA?
CHE COS'E' LA VOSTRA VITA?
(siamo amici che parlano insieme)
CHE COS'E' LA NOSTRA VITA?
CHE COS'E' PER VOI LA RELIGIONE?
- "moralità"
-"non essere invidiosi...
ho chiesto: che cos'è la religione? Che cosa significa questa parola? La parola ..non ciò che implica! Ditemi il significato della parola!
- " la relazione con il Divino!"
Che cosa sapete del Divino? La parola Religione deriva dal Latino, questa parola significa LEGARE, CONGIUNGERE, ma oggi questo significato viene negato e questa parola ha un altro significato, religione significa riunire tutte le energie, ecco cosa significa.
Riunire tutte le energie per cercare, per scoprire, non c'entra con le assurdità dei templi e dei riti e dei segni che vi fate sulla fronte. Siete d'accordo? Vuol dire riunire tutte le energie anche le più minuscole per indagare che cosa siano la verità, la realtà, che cosa sia la meditazione, per capire se si può porre fine alla sofferenza, per indagare che cosa sia l'amore, e se si può vivere senza sforzi, senza controllare nulla. Una vita religiosa significa essere Luce a se stessi.
Non ci può essere alcuna autorità esterna. Non intendo dire la Legge, la Polizia , le Tasse, il pagare o non pagare ingannando il Governo! Non ci può essere un autorità Spirituale, neanche la mia che vi parla.
Abbiamo detto che cos'è la tradizione. Siete Liberi dalla tradizione? Altrimenti non potrete scoprire che cosa sia una vita religiosa. Se si vuole salire in alto bisogna essere liberi.
Se volete salire sull'Everest dovete liberarvi di ogni peso e portare solo poche cose.
Perciò vi chiedo: VI SIETE LIBERATI DELLA VOSTRA TRADIZIONE? La tradizione implica Nazionalità, la casta, le credenze, i riti , l'andare al tempio ..tutte queste cose.
VE NE SIETE LIBERATI?
Come potete scoprire...voi volete scoprire che cos'è una vita religiosa ma non volete uscire dal vostro guscio. Rendetevi conto della vostra tragica situazione, voi siete schiavi e dite che volete cercare la libertà, ma non volete abbandonare nulla per trovarla.
Allora che cosa si può fare?
Voi siete come asini legati a un palo che non possono allontanarsi, siete legati alla vostra tradizione, ma volete cercare qualcosa che richiede una mente agile e un cuore che possa veramente amare, possono tradizione e cultura coesistere con una vita religiosa?
Abbiamo indagato e detto che cultura e tradizione non possono esistere in una mente religiosa.
Se volete scoprire cosa sia una vita religiosa dovete abbandonare ogni forma di cultura, solo così ho una mente libera, una mente non intrappolata nell'Induismo, nell'Islam, o nella setta di un Guru, significa totale libertà, in questa libertà c'è un enorme energia, perchè non c'è nessun conflitto, nessuna lotta . Nulla!

* etmologia della parola Tradizione

* verbo Tradire

Ci tradiamo quando ci consegnamo alla tradizione, a qualcosa che qualcuno, ha creato per noi, senza valutarla in maniera critica, metterla in discussione, vedere quanto di quello tramandato ci appartiene veramente?

36 commenti:

enne ha detto...

Vedi che sotto c'era qualcosa? Tu sei impregnata di filosofie orientali, Janas: probabilmente il segreto della tua serenità è questo.
Io penso di non avere affatto uno spirito religioso. Conservo quelle tradizioni che sono in sintonia col mio essere e non considero quello che non mi interessa.

JANAS ha detto...

Bis..ti rispondo facendo un copia e incolla di quello che ho già scritto da te, non potrebbe essere altrimenti..
quella é la risposta:
non sono impregnata di filosofia orientale, diciamo che in alcuni punti ritrovo molto molto del mio modo di pensare e vedere la vita, mi ci riconosco, e mi aiuta a dipanare e a focalizzare meglio concetti che mi appartengono…e altri che ancora non sono ben definiti!
Diciamo che se parliamo di mente religiosa e di religiosità intesa come un bisogno di indagare se stessi, cercare di capire cosa ci muove veramente, il senso delle cose oltre la loro apparenza..trovare la parte più vera di me, pulirla dai condizionamenti ….beh in questo la mia forma mentis è molto religiosa…il che dista mille miglia e più, dalle religioni come normalmente vengono intese e dalle loro strumentalizzazioni…
Bis.., sono piena di limiti…ma mi piace lavorarci per liberarmene il più possibile, se poi la saggezza (di cui mi chiedevi nel tuo post) o la serenità consiste non tanto nel non averne, quanto nel guardarli in faccia e cercarli di affrontare…pur senza risultato garantito…questo non te lo saprei dire..
secondo me invece il fatto che tu comunque t'interroghi e provi a trovare una via d'uscita, in questo trovo che ci sia qualcosa di spirituale.. se uso la parola spirituale ti ci riconosci di più??
Infatti non bisogna buttare via tutto dalle tradizioni...solo non prenderle come un atto di fede, bisogna vedere bene quanto ci appartengano veramente nel nostro modo di sentire!

Blessing Sunday Osuchukwu ha detto...

Cara Janas, per un corso che sto facendo, qualche settimana fà ho sostenuto un'esame sulla sociologia e ora sto frquentando lezione di etnologia e antropologia, e leggere questo post mi è sembrato una bella lezione, grazie!

JANAS ha detto...

Blessing..grazie a te! più che una lezione ... uno spunto di riflessione! ;)

Nicolanondoc ha detto...

Buongiorno Janas, volevo avvertirti che ho eliminato il post BEATA GIOVENTU',ho apprezzato molto il tuo commento e ti ringrazio, ho ritenuto opportuno farlo pensando che messo così non completava il mio vero pensiero....:-)
Un caro saluto

JANAS ha detto...

Nicola, ma era un bel post comunque!!
e il tuo pensiero, era solo un dolce tufo nei ricordi...ma forse volevi far passare anche qualcos'altro, e per questo trovo comunque giusta e legittima la tua scelta!! :))
guarda che la mia era solo una considerazione..anch'io nel mio repertorio ho una foto molto simile alla tua!! ;)

beyk happel ha detto...

Gran bel post e gran belle riflessioni.
Mi viene da fare un paragone con chi va in montagna.

Ci sono sentieri tracciati, facili, che chiunque può percorrere senza troppa fatica, in genere son quelli che si fanno in compagnia, ridendo, scherzando e badando poco al paesaggio.
Molto rassicuranti.

Poi ci sono i percorsi battuti da pochi, o addirittura da nessuno, quelli dove devi valutare bene ogni passo che fai, prima di farlo e subito dopo averlo fatto, che percorri da solo, non avendo l'obbligo di adattare il tuo passo a quello degli altri, puoi fermarti e osservare tutto ciò che ti circonda, senza fretta.
Certo, c'è il rischio di sbagliare strada, di prendere una deviazione pericolosa, di essere costretti a tornare indietro, ma il gioco vale sempre la candela.
Molto meno rassicuranti, certamente, ma vuoi mettere la soddisfazione quando arrivi in cima?

Janas, sei la nostra guida alpina! ;)

JANAS ha detto...

Beik attenzione...:))))) potrebbe essere molto pericoloso affidarsi a una guida "alpina" Sarda che con le Alpi..ha poca esperienza...potrei perdermi proprio come nel tuo secondo caso...

certo che, se uno cerca di ritrovarsi,forse prima è indispensabile perdersi!

UIFPW08 ha detto...

“ in questo mondo di discordia e d’ipocrisia
l’unico metodo per la liberazione
è il canto del Santo nome del Signore
non c’è altro metodo.”
da “la Via della Perfezione”
Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Acarya-fondatore dell’Associazione Internazionale
per la conoscenza di Krishna

Ishtar ha detto...

Mia cara alle volte penso che sono limitata dalla mia cultura, vorrei dismetterla come un vecchio abito per vestirne sempre di nuovi e carpire le ragioni altrui, ma cercando di non lasciarne alcuna impigliata al mio corpo, così che io abbia vissuto e aperto la mia mente tante volte quante vesti ho messo e dismesso...
La cultura serve ma non bisogna rimanerne impigliati a nessuna!
Ciao e viva la libertà mentale, un abbraccio :)

riri ha detto...

Ciao Jans, interessante concetto...penso che ogni giorno sia una pagina da scrivere e questo dobbiamo farlo in piena libertà, su questo sono daccordo, senza influenze....certo è difficile, ci sono sempre intralci nel cammino, però il bello è proprio in questo, un percorso semplice sarebbe quasi inutile, ma vuoi mettere quando ci sono mille difficoltà, mille insidie, proprie della vita di ognuno di noi, che spuntano all'angolo, bè allora sì, vale la pena di andare avanti...
bel concetto.
Buona giornata, un saluto a Roma sempre ricca e splendente.

Melisenda L. ha detto...

C'è qualcosa che mi lascia perplessa... devo rifletterci, perché forse il mio concetto di libertà è arricchimento culturale, ma sono pronta a mettere il tutto in discussione,
dopo pranzo, ovviamente!


ahahah da guru a guida alpina ahahah

JANAS ha detto...

UIFPW08 ..sono stonatissima!! ;)))

Ishtar e Riri ...nel libro che sto leggendo viene riportata la seguente citazione di Buddha: "Non credete in nulla solo per sentito dire. Non credete in nulla solo perchè in molti lo dicono e ne fanno un gran parlare, o solo per l'autorità dei vostri insegnanti e degli anziani..." in sostanza tutto deve essere osservato e analizzato dalla nostra mente, per come noi lo percepiamo e sentiamo vero o no...nessuno possiede la verità e tutti (ad eccezioni di quelli che assorbono e fanno proprie quelle degli altri) ne possiedono una propria...e quindi? meglio quella propria!

Melis...Az..dici che mi si stanno aprendo nuovi orizzonti lavorativi ???

ecco vedi..:)))lascia in pace i tuoi studenti con i Promessi Sposi....io vivo meravigliosamente senza aver mai finito quel libro!! :)))))))))))))))

Melisenda L. ha detto...

guida alpina l'ha detto Beyk!

riflessione durante la siesta:
a me la cultura dà libertà, perché aiuta proprio a liberarmi di tanti preconcetti imposti dalla tradizione, mi offre prospettive nuove e amplia il mio sguardo [metaforico].

alla fine della storia insomma, non mi riferisco alla conoscenza mnemonica -quella hai ragione: serve a un cazzo- ma a quanto noi siamo riusciti ad espanderci interiormente, usando come mezzo la cultura e la conoscenza.

cultura non è sinonimo, almeno per me, di staticità, tutto il contrario: è espansione. tradizione non è fermezza, ma la ricerca interiore di radici ed archetipi; studio è innescare dei meccanismi interni che ci rinnovano ed alleggeriscono di tutto ciò che di erroneo e soggettivamente pesante portiamo nel nostro bagaglio.

la cultura non è nella testa, ma nel cuore e non significa, per me, prendere per verità assoluta tutto ciò che leggo, ma riflettere, pensare, sperimentare...
cerco nei libri, è vero, anche nelle culture e nelle tradizioni, ma altro non faccio che cercare me stessa, trovare un mio equilibrio ed una mia armonia indipendente.

beyk happel ha detto...

Ignoranza solo per restare zotici animali va mica bene.
Cultura solo per imbottirsi la testa di nozionismi va mica bene.

Voler suonare uno strumento e non applicarsi almeno un po' tutti i giorni va mica bene.
Studiare musica per imparare a leggere alla perfezione uno spartito ed essere incapaci di improvvisare un giro di blues va mica bene.

Voler diventare scrittori e rifiutarsi di leggere qualche libro va mica bene.
Divorare tutti i libri del mondo e pendere dalle labbra di chi li ha scritti va mica bene.


Meglio studiare, osservare, leggere, ascoltare, meditare il più possibile.
Così, alla fine, uno può diventare davvero la somma di tutto ciò che ha assimilato e sbagliare di testa propria!

E il bello sta proprio qui! ;)

Anonimo ha detto...

Ciao Janas un saluto da Tony.... la cultura è l'energia che alimente il potere ai danni degli ignoranti che si nutrono di religione... scusami se non ti rispondo per Email un caro saluto a Luca....

Lucignolo ha detto...

Ciao Tony ! Possibile che bisogna incontrarsi così ?

Lucignolo ha detto...

A Beyk tre domande...
(ma anche a Janas)

Forse un povero indigeno dell'isola di "vattelapescà" che ha visto sempre solo la sua isola, ha suonato sempre solo il proprio tamburo, ha letto solo le righe della sabbia sul bagnasciuga o l'ordine delle conchiglie, ha solo meditato lungamente su "cosa mi mangio oggi, devo andare a pesca...", non potrà raggiungere anch'egli una propria pace interiore o il proprio equilibrio ?

Non pensiamo tutti che forse è proprio in quella condizione che si potrebbe arrivare, senza troppo impegno, ad un equilibrio perfetto ?

L'equilibrio si trova tra ciò che ci viene proposto, ciò che pensiamo di volere, e ciò di cui effettivamente abbiamo bisogno ?

JANAS ha detto...

Melis..ok..vada per la guida alpina che guru proprio non m'ispira ;)
Non c'è dubbio che tu abbia il concetto più alto di cultura, quella cultura che nasce dalla ricerca, dalla sperimentazione, che esalta la creatività dell'individuo e ne soddisfa la sua curiosità e voglia di conoscere e di trascendere il noto per scoprire e approfondire ciò che noto non è!
Insomma uno strumento da cui partire per crescere evolvere, partire da alcune idee, per sperimentarne di nuove! ...anche per me è questa la vera cultura, ma tu sai che spesso dietro questo parola si nasconde qualcosa che viene riconosciuta dalla società come "Cultura" e che cultura non è! krishnamurti definisce cultura:
CRESCERE, COLTIVARE, SVILUPPARE, ESPANDERE, FIORIRE, ESSERE, DIVENIRE.
Ma quando ci chiede se abbiamo avuto una cultura di questo tipo, tu davvero puoi rispondere di si?
Nelle nostre scuole viene insegnata questo tipo di cultura, che valorizza la creatività, la sperimentazione, attraverso lo studio della cultura passata???..o piuttosto un indottrinare vecchio e desueto a cui spesso gli insegnanti loro malgrado si devono attenere? viene insegnata un analisi critica di quella che ci rifilano come cultura?
Il mio riferimento a Manzoni era un po provocatorio, non lo voglio demonizzare..ma Az!! Qui siamo un po statici...i programmi scolastici sono decisamente statici rispetto al progresso e alle notevoli mutazioni che ci sono state...cultura è anche altre cose che la scuola continua ad ignorare! La Musica per esempio...quasi assente o fatta in modo superficiale ..come la cultura dell'esercizio fisico e la cura del proprio corpo (hai mai visto come si insegnata attività fisica alle elementari??)
Dici bene la cultura è nel cuore, e siccome è localizzata proprio li, per scoprirla ha bisogno che tenga conto delle abilità, dello sviluppo della fantasia..di lasciare spazio alla sperimentazione e alla creatività e non di dar vita a uomini solamente istruiti e in parte indottrinati, che una volta fuori dalla scuola di tutto quel bagaglio assimilato poco o niente verrà utilizzato, finirà nel dimenticatoio perchè al cuore non c'è mai arrivato ..Invece spesso viene presentata come "intoccabile"
Per non parlare della Strumentalizzazione che si fa della cultura...e riguardo alla libertà ..concludo con una citazione che sta in fondo al mio blog a destra, e che si rifà a quello che tu hai espresso dicendo che non sta nella testa ma nel cuore:
"Ho conosciuto persone coltissime che erano preda predata della propria cultura, più schiavi degli ignoranti. In effetti ben sai che la cultura non basta, se non c'è umanità e apertura, etica e generosità.

Dario Chioli da Dialogo con gli Internauti - aforismi da un carteggio con Claudio Ronco

Beyk già, in sostanza dobbiamo partire dal bagaglio che ci viene messo a nostra disposizione, studiarlo,apprezzarne i pregi e individuarne i limiti, e poi da li cercare, approfondire, formulare nuove ipotesi e idee, creare un assemblaggio creativo di tutti i pezzi selezionati, per dar vita a un bagaglio che è diventato altro, e che sentiamo veramente nostro...
Insomma ci offrono una valigia carica di cose per affrontare un viaggio, e noi dobbiamo semplicemente prendere la valigia e partire?
anche se ci assicurano che dentro ci sta tutto quello di cui abbiamo bisogno?
Ovvio che no!.. bisogna aprirla e allora inizi a selezionare:
- questo si uhm interessante
- questo no...non è indispensabile!
- questo proprio non mi serve, forse serviva a loro,ma a me no!...!!
- oh figo questo!!
- e questo cos'è? boh questi sono tutti matti...
finchè dopo accurata selezione finalmente si parte con la TUA valigia, dove nello spazio recuperato, vi hai messo anche molto del tuo, che prima non era contenuto!
ma spesso alcuni come nell'esempio del post, vanno a scalare Everest con la valigia o zaino carico di cose che non gli appartengono e che nemmeno gli servono veramente!

Tony..si hai ragione, alcune volte il potere politico e religioso ha utilizzato la cultura, strumentalizzandola per i propri fini..tanto da chiedersi, se noi veramente abbiamo accesso alla cultura in tutta la sua pienezza o spesso quello che ci viene rifilato come cultura in realtà non sia un plagio..una selezione che altri continuano a interpretare per noi!
Per esempio...siamo sicuri che la storia come da secoli ci viene raccontata sia la vera storia...

a questo proposito ascoltate questo video :siamo così sicuri della storia che ci è stata sempre racconta?

Ps non fa niente se non rispondi per email,non è indispensabile.. mi fa già piacere che passi ogni tanto :)

Lucignolo visto che le domande sono anche per me..passo a rispondere:

1) posto che penso che non necessariamente un indigeno di "vattelapescà, solo perchè vive in modo semplice ( e questo è tutto da dimostrare), debba meditare lungamente solo su "cosa mi mangio oggi, ..devo andare a pesca. Magari riesce anche a formulare pensieri assai profondi sul senso della vita!!
posto che ognuno si muove con la valigia che gli viene messa a disposizione, e a vattelapescà quasi quasi gli chiedo se fa a cambio con la mia...di preciso cosa vuoi sapere? Vuoi sapere se può vivere felicemente senza cultura? suppongo di si...la felicità non è data dalla cultura...

2) istintivamente saremo portati a pensare che sia così, dal punto di vista di libertà dai condizionamenti sociali..sicuramente è così...certo poi bisogna chiedersi se non si senta infelice per altre ragioni..tipo la solitudine ...se magari non s'interroghi pure lui, sull'inutilità di una vita passata semplicemente a pescare per mangiare -> per poter vivere-> per pescare il giorno dopo-> per poter mangiare -> per poter vivere...mentre :)))) lui, in piena tempesta ormonale (altro che equilibrio!!) magari sogna il naufragio di una donna nell'isola..

3) secondo me..l'equilibrio nel vero senso della parola, è quasi impossibile da raggiungere...ma penso che più ci liberiamo dai condizionamenti che altri hanno confezionato per noi...più raggiungeremo una stato più vicino all'equilibrio, che secondo me consiste nel capire cosa veramente noi vogliamo, cosa veramente noi siamo ..e non quello che altri si aspettano che noi siamo o che vogliamo!
E dopo averlo capito essere e viverci veramente per quello che siamo noi!

Nazzareno ha detto...

Religione, cultura ... due concetti con così tante sfaccettature che diventa quasi impossibile provare a tracciarne i confini! Partiamo dal fatto che oggettivamente la cultura per sua definizione, può soltanto essere appresa, coltivata, e che quindi presuppone una volontarietà. Quello che la diversifica, in questo esercizio di apprendimento, è il suo campo di conoscenza. Un campo talmente immenso che non è possibile nemmeno cercare di circoscriverlo.
Io credo che tu, nel tuo "grande piccolo", sia una persona che promuove un tipo di cultuta aulica, ma lo credo perchè sono già impregnato della tua stessa sostanza, perchè mi riconosco in quello che fai e che dici, ma probabilmente una forma mentis diversa dalla mia e dalla tua, anzi diametralmente opposta, direbbe che diciamo e facciamo un mare di stronzate, che giochiamo a fare i puri, che non siamo legati alla realtà e ci porterebbero esempi di una cultura diversa e teoricamente altrettanto valida.
In tutto questo mettici pure che ognuno di noi è individuo e in quanto tale tende a diversificare da quei concetti abitualmente condivisi.
Se ne deduce che la cultura, anche quando abbraccia idee e comportamenti condivisi, è un qualche cosa di profondamte diversa da individuo a individuo e in questo è la sua radicale contrapposizione alla religione che propone un unico comportamento, deciso dall'alto e al quale ci si deve sempre e soltanto adeguare.
Lascio a te la conclusione finale.
Ciao

beyk happel ha detto...

Lucignolo, provo a dirti la mia, che per certi versi è simile alla tua.

Sono fermamente convinto che abbia in percentuale molte più possibilità di raggiungere il proprio equilibrio un "vattelapeschiano" piuttosto che un abitante di una, più o meno grande, città.
Ma questo solo perchè, nonostante gli sforzi secolari profusi per affrancarci dal nostro status originario, noi restiamo pur sempre (aggiungo, per fortuna) animali e come tali rifioriamo stando a contatto con la natura e deperiamo lontani da essa.

Certo, ci sarà il vattelapeschiano più propenso a invidiare il pescato del vicino, o a desiderare una capanna grande come il capotribù, o a spiare la moglie che non lanci sguardi innamorati allo stregone, o a maledire il cielo se sotto un acquazzone il suo tetto lascerà passare acqua a catinelle, ma ci sarà pure quello che si accontenterà di nutrirsi del pesce che sarà riuscito a pescare, che si accontenterà di avere un tetto sul capo che lo protegga dal sole e dalla pioggia, che amerà la moglie per quello che è e desidererà unicamente il suo bene, che se il suo tetto farà acqua penserà a come ripararlo l'indomani stesso.

Son convinto che quest'altro vattelapeschiano alla fine della giornata guarderà il sole tuffarsi nel mare, si perderà nei suoi colori e silenziosamente, senza pronunciare alcuna preghiera, nè alcuna filastrocca (neppure sottovoce), ringrazierà ciò che lo circonda e si sentirà parte integrale di tutto ciò che lo circonda.

Ma tali condizioni di vita mica escludono la ricerca, la curiosità o quant'altro!
Il vattelapeschiano in questione potrà ascoltare le storie e le leggende raccontate dai vecchi, potrà intagliarsi una canna per farci un flauto da suonare appollaiato su uno scoglio o sul ramo di un albero, potrà osservare le tecniche di caccia del pellicano e del paguro, e da tutto questo trarne linfa vitale per la sua mente e il suo cuore.


E anche lui, alla fine, naturalmente, potrà sbagliare di testa sua. :)

maummagumma ha detto...

Condivido la tua visione della religiosità totalmente distaccata da ogni religione.

La questione della tradizione la trovo più complessa, perché se è vero che non va tradito il presente, ignorarla significherebbe tradire il passato e l'esperienza che porta con sé. Preferisco sempre dare prestare un occhio, benché molto critico, alle abitudini di chi ci ha preceduto, ed interrogarmi sui relativi razionali, magari ricontestualizzandole ad oggi.
Non sono certo che oggi viviamo mediamente più felici che nel passato più o meno recente, anzi ...

Un abbraccio,
Maurizio

JANAS ha detto...

Nazzareno a quello che hai scritto tu non c'è nulla da aggiungere o togliere, mi ha fatto sorridere il pezzo in cui scrivi: "ma probabilmente una forma mentis diversa dalla mia e dalla tua, anzi diametralmente opposta, direbbe che diciamo e facciamo un mare di stronzate, che giochiamo a fare i puri, che non siamo legati alla realtà e ci porterebbero esempi di una cultura diversa e teoricamente altrettanto valida." ...ecco io ci toglierei il probabilmente :))))))
se non lo dicono chiaramente, spesso lo si legge nei loro occhi! e va bene così, non sta scritto da nessuna parte che tutti dobbiamo avere lo stesso modo di pensare e guardare le cose e la vita, ne che il nostro sia migliore del loro o viceversa, e tutto questo, proprio per quella componente individuale di cui parli..ognuno ha una propria percezione della realtà e delle cose, e la reinterpreta partendo dal suo punto di vista...
ma fa sempre piacere sapere che può anche essere condiviso in parte o in toto con qualcun altro :D!

Beyk :))) dopo la tua descrizione:
" Son convinto che quest'altro vattelapeschiano alla fine della giornata guarderà il sole tuffarsi nel mare, si perderà nei suoi colori e silenziosamente, senza pronunciare alcuna preghiera, nè alcuna filastrocca (neppure sottovoce), ringrazierà ciò che lo circonda e si sentirà parte integrale di tutto ciò che lo circonda." ecco mi hai fatto proprio venir voglia di raggiungere quel luogo magico...ma non conosco le coordinate per raggiungerlo :( sigh!

Maumma forse non bisogna ignorare la tradizione ma trascenderla, e forse quando parli di leggerla in modo critico stiamo dicendo la stessa cosa :)..bisogna conoscerla, sapere come è nata, ma non necessariamente prenderla come una consuetudine! La stessa tradizione si modifica nel tempo, e mi viene da pensare ai culti tradizionali pagani che poi sono stati modificati dalla chiesa in culti religiosi...quale tradizione abbiamo tradito del passato allora? ne esiste una che può essere conservata integra e originale nel tempo?...e chi la cambia se non gli uomini? e quando cambia la si tradisce? e chi ha creato una consuetudine che poi ha preso caratteri di tradizioni se non un uomo come te e me? con i suoi pregi e i suoi difetti..
devo far mia qualcosa che è suo? e se fosse sbagliato?
Guarda cosa chiamano ora tradizione...pensa per esempio a certi riti e tradizioni come al Natale ...a alla Comunione dei più piccoli ..cosa sono diventate? tradizione consumistica per i più...
ecco a me tutte quelle, (e altre tradizioni non necessariamente collegate alla religione), non mi appartengono pur facendo parte del mio bagaglio culturale, non mi ci ritrovo...ma mi rendo conto che anche qui bisognerebbe fissare bene cosa s'intende con il termine tradizione..come diceva Nazzareno per la Cultura..
tu cosa intendi quando parli di Tradizione? si insomma cosa è per te tradizione e come e perchè ti sembra di tradire il passato? Non capisco perchè non ho davvero questa percezione di tradire il passato se mi rifiuto di far mia qualcosa che mi tramandano ma che io non sento vera o giusta...

enzorasi ha detto...

Inizi dal foro sul soffitto del Pantheon e finisci su una radura inframezzata da alberi con i colori autunnali; arrivo qui da te e trovo questo oceano denso e vibrante di argomentazioni. Amica mia ti sento salda e intellitivamente vivace nella tua ricerca e ciò mi riempie di serenità. Non è detto che, pur partendo da una stessa condivisione etimologica di una parola, si giunga poi alle stesse conclusioni; ma sono sicuro che tu non cercavi questo. per me la cultura è esattamente "CRESCERE, COLTIVARE, SVILUPPARE, ESPANDERE, FIORIRE, ESSERE, DIVENIRE" ma la vivo in modo squisitamente personale con mille dubbi ed altrettante remore psicologiche. La tradizione è un dna difficilmente estirpabile in me, dubito che mi lasci completamente libero di seguire nuovi sentieri senza tenere costantemente presente quelli vecchi. Purtuttavia il concetto di tradimento mi è parso affascinante, tanto da rifletterci su al di fuori del contigente di oggi. Tu sarei conscia che post di questo tipo sono uno spazio indefinito in cui entrare ed uscire per comprendere e confrontarsi meglio ogni volta: è un po' come il senso d'eternità che ha un'eco dentro di noi e che a volte sentiamo quando l'essere assorti libera la mente dal contingente e ci regala una musica diversa. Tu pensi che possa esistere un tradizionalista quale io ritengo di essere che comunque tradisca il presente? Io non lo so ma dopo averti letto mi sto interrogando...mi fai sempre questo effetto.

maummagumma ha detto...

Janas, condivido quello che hai scritto, credo che intendiamo la stessa cosa.
Tornando agli esempi che hai fatto tu (natale, prima comunione), si tratta di tradizioni già ampiamente tradite nel tempo, momenti di cui si è persa la religiosità e che sono stati caricati di non-valori. Un approccio critico, per chi è credente, potrebbe consistere nel recuperare la vera tradizione.
Se ci pensi viviamo in un paradosso, l'umanità possiede un immenso patrimonio che è la memoria dell'esperienza di secoli e che secondo me ci potrebbe permettere una vita ben migliore di quella che mediamente viviamo. Ma le tradizioni, quando non sono redditizie, quando non generano business, vengono volutamente stravolte o etichettate come vecchie.
Altro esempio è la medicina tradizionale, basata sulle vibrazioni, concetti poco redditizi, quindi roba da stregoni d'altri tempi ... da isolare in nicchia se non boicottare ...


Gran bell'argomento Janas! :-)
m.

JANAS ha detto...

Enzo, certo che non cerco questo non cerco condivisione, o almeno non solo quella, cerco quello che è scritto sopra lo spazio dei commenti con la citazione di George Bernard Shaw, cerco scambio di idee, quella bellissima sensazione che a volte, dal confronto di due idee magari non in linea l'una con l'altra non solo vi è un arricchimento per entrambi ma addirittura ne possa nascere una terza..!
Enzo mi hai fatto la domanda...ti rispondo con sincerità per quello che percepisco io, ma non necessariamente è la verità, magari per te non è così, e ciò che conta è sempre quello che senti tu veramente dentro di te!
a leggerti, si, ho la sensazione che tu tradisca il tuo presente e il te stesso di oggi...che tu sia tutto proiettato nel passato con una vena melanconica...ma così facendo, secondo me, ti stai perdendo tutte le possibilità del presente...prendi questa cosa come una mia percezione non come una verità!
un abbraccio!

Maumma quindi mi stai dicendo, che anche fra le tradizioni c'è qualcuno che sceglie quali portare avanti e quali no...che domani i nostri figli si troveranno un altro bagaglio di tradizioni che qualcuno ha selezionato per loro? lo vedi? continua ad esserci qualcosa che non mi torna...
.. devo riflettere ancora su questa cosa!! è un discorso molto aperto anche per me! :) grazie Maumma

maummagumma ha detto...

Direi di si, in fondo ad es. le feste comandate le hanno selezionate altri, non sono sicuro che personalmente mi sarei ricordato di ognuna di loro ...

ho copiato la citazione di einstein sul mio profilo facebook :-) condivisibilissima!

Nuove Prospettive ha detto...

Trovo che in tutto questo testo, per altro molto vero, non ci sia nessun altro segreto da scoprire per essere totali e felici oltre questa frase "...Si tradisce il Presente..." l'"atomo" della vita
La mia "religiosità" si chiama PRESENTE.
Un abbraccio al tuo sorriso

JANAS ha detto...

Maumma si! quella è un gran bella "geniale" citazione! :)))))))..un abbraccio!

Ale ... vivere il presente...soprattutto rimanendo presenti a se stessi! certo che anche per me è così!! un bacio :)*

Kniendich ha detto...

Un post da "pelle d'oca".. un post che tutti dovrebbero leggere almeno una volta..un post che ti mette difronte a responsabilità morali più grandi di noi..

No, io non mi sento talmente libero da poter aspirare alla leggerezza necessaria per potermi elevare al cospetto di qualcosa di puro..
So che il puro esiste.. e di questi tempi una consapevolezza del genere è già qualcosa di positivo, qualcosa che implica, nel rispetto degli ideali personali che ognuno di noi possiede, un certo rispetto per gli altri per i loro guai e per le tragedie grandi e piccole di ogni giorno.. ma ancora è presto per potermi liberare dalle zavorre che popolano la mia mente e la mia anima..

Sono un materialista convinto, Janas stupenda e carissima amica mia, e te lo ribadisco anche questa volta.. ma questa volta capisco anche che questo costituisce uno dei limiti più gravi alla mia elevazione spirituale.
Rimuoverli questi limiti? Non è facile.. e se religione dal latino implica una legarsi a qualcosa o qualcuno che sia esso ideologia o spiritualismo, ciò avvalora anche la mia grande repulsione ad accettare regole in generale ma più propriamente regole imposte che noi possiamo solo accettare inermi e passivi sia sugli altri che su noi stessi..

Vivere, invecchiare e poi morire.. non sempre è una regola che si può accettare e il grande limite della religione che poi è quello della vita stessa, è proprio il limite che non posso consapevolmente ancora superare... e questo mi rende sempre più consapevole che la zavorra di cui la mia anima è piena ancora non può che coincidere con le imposizioni che la religione impone sol perchè non riesce a superarle lei.. sol perchè non riesce a dare una spiegazione plausibile al senso della vita così come è da miliardi di anni..

E' difficile accettare per FEDE ciò che non si riesce a condividere e questo impegno che le religioni di tutti i popoli ma soprattutto la nostra, si sono presi è troppo coincidente con i limiti che io vedo nella religione stessa, nel legarsi a qualcosa che cerca di convincermi che la morte stessa, per esempio, fa parte della vita..

Non riuscirò a liberarmi dalle mie zavorre mai se non quando avrò pienamente accettato lo stato e la condizione dell'essere umano... forse poco prima di finire la mia esistenza sol perchè mi sembrerà di dover lasciare tutto in ordine prima di salire sulla cima più alta del monte ... sono un tipo ordinato ,io.. e spesso mi convinco che se ne avessi avuto il potere.. probabilmente non avrei permesso, per pesempio, ad alcuni esseri viventi di cibarsi di altri esseri viventi, e soprattutto prima di imporre la morte ... ne avrei discusso con coloro i quali la avrebbero dovuta subire...
La religione, mia cara, è il preludio alla dittatura divina che regola la condizione umana e dell'universo.. la religione è un modo per preparare l'uomo a quanto dovrà SUBIRE.... e in questa ottica non riuscirò mai ad accettarla se non quando ne capirò il senso...

Sono da sempre stato convinto che la religione è la politica di un dittatore che ci impongono di rispettare e amare.. e io non sono molto d'accordo...

Un abbraccio, mia cara..

Capitano ha detto...

Tradizione/Tradimento: perché inevitabilmente, nella catena ininterrotta della traditio, chi riceve arricchisce col suo nel momento di consegnare a sua volta.
L'insegnamento tradizionale ha un suo nucleo immutabile, ma non è immutabile in toto. Come Giano bifronte, una faccia guarda al passato, ma l'altra è protesa al futuro.

I conservatori spesso si definiscono tradizionalisti, ma spesso mi sembrano come bambini che ripetono a memoria una poesia senza capire le emozioni che essa trasmette.

Leggo e sento molte cose interessanti qui.

BUENA VIDA

JANAS ha detto...

kni..nessuno di noi è completamente libero, ma conoscere e prendere in esame i nostri condizionamenti o credenze, rimetterli per un attimo in discussione, tenere con noi quelli positivi e lavorare su quelli negativi, (e anche riderci su qualche volta :)))))) )credimi, proprio come dici tu, è già un grandissimo passo in avanti!
non è vero che sei materialista...questa è una tua prima "credenza o convinzione" alla quale ti sei conformato...bisogna vedere quanto sia veramente tua e non frutto di un condizionamento!
l'ho letto da qualche parte e a me piace questa definizione del senso della vita, cerco di ricordarmela a grandi linee:
"il senso della vita è il viaggio! se il viaggio ha come obbiettivo raggiungere una meta, però se ci pensi bene quando programmi un viaggio, la vera meta finale non è tanto il posto da raggiungere, ma il ritorno a casa...
e se ci ragioniamo per assurdo, se la meta finale è tornare a casa, ovvero esattamente il posto da dove dovrei partire, che senso avrebbe partire? già ci sto alla mia meta finale! "

Allora capisci da te che il senso è il viaggio, tutte quelle cose che incontrerai, osserverai vivrai come sensazioni, percepirai nella tua pelle come emozioni..le cose belle, gli ostacoli da superare, per raggiungere quello che desideri...tutto questo è il senso della vita..assaporare il viaggio...
ma la domanda fondamentale a cui molti non sanno rispondere è proprio questa: COSA DESIDERO VERAMENTE? mi sto veramente dirigendo verso quello che desidero? e quello che desidero è quello che veramente voglio io? sto veramente tornando a casa...dove per tornare a casa, significa tornare alla parte più vera di te!

Capitano..Benvenuto!
"I conservatori spesso si definiscono tradizionalisti, ma spesso mi sembrano come bambini che ripetono a memoria una poesia senza capire le emozioni che essa trasmette."

generalmente non amo individuare le persone per gruppi di appartenenza, mi piace vederle nella loro unicità, poi certo in alcuni atteggiamenti, alcuni possono, per via molto generale essere inseriti in delle categorie...
ma mi stanno strette le categorie, le trovo limitative...
diciamo però che è vero alcune persone, non necessariamente appartenenti alla medesima categoria, si trovano a recitare un copione scritto da altri, senza nemmeno rendersene conto...pensano di averlo scritto loro! Buona vida anche a te ! :)

beyk happel ha detto...

Son d'accordo anch'io che la caratteristica più importante di un viaggio non sia tanto la destinazione, quanto il viaggio stesso.
E questo filo è davvero un bellissimo viaggio, perchè la guida alpina ancora una volta ha saputo indicare l'attacco del sentiero, ma ha lasciato poi che ognuno approcciasse la montagna come più ha gradito, in base alle proprie caratteristiche e al proprio pensare.

Vai che ti seguiamo! ;)

JANAS ha detto...

ahahahaha! Beik..dunque io sarei la guida alpina?? :))))))) !!
Decisamente sui generis:
"quello è uno dei possibili sentieri...dove porta esattamente non lo so, però da qualche parte porta....vediamo chi trova per primo la strada di casa!!" ;)
Però...bella quest'immagine con i rilievi innevati dalle forme veramente morbide e sinuose!! ;)

Anonimo ha detto...

La fede come la religione è un sentito dire, raramente ci s'e' vittima o carnefice, solo a pochi è dato sapere, ma forse basta per mettere la pulce nell'orecchio.... Per me oggi pur avendo cent'anni siamo come dei bambini, perche' in realta' non sappiamo niente, anche se molti credono di sapere.... chi sa veramente è colui ch'e' passato nel punto che serve.... non per merito, ma per un concetto di ordine, vedi Janas un bambino scopre che il forno è caldo solo se si scotta..... la vita non ha un senso se non scopri il senso..... solo scoprendo il senso si puo' viaggiare verso casa.....
Si puo' essere tristi o felici, ma solo se siamo in grado di vedere il senso possiamo vivere subendo il dolore con forza senza paura.... Chi ha la fortuna di vedere il senso proprio dela Vita? neanche io so appieno il senso, ma ci sono molte persone che lo indicano e noi testardi andiamo in tutt'altra direzione.... è giusto cosi' perche' dobbiamo sbatterci contro e farci male, scottarci e dannarci per capire che era meglio se stavamo a sentire qualcuno che indica dove andare forse perche' lui ha avuto la fortuna di trovarsi un giorno della sua vita nel punto che serve per dircelo a noi.... ciao Janas.

Anonimo ha detto...

Scusami Janas il commento sopra è mio Ciao a presto da Tony...